mercoledì, 14 Maggio 2025

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Riace, Lucano verso la decadenza da sindaco: il 9 giugno l’udienza a Locri

La Prefettura chiede l’applicazione della Legge Severino dopo la condanna definitiva a 18 mesi. Il sindaco: “Persecuzione amministrativa, ma la resistenza continua”

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RIACE – È stato notificato a Mimmo Lucano, sindaco del piccolo comune calabrese noto in tutto il mondo per il suo modello di accoglienza, l’atto con cui si richiede la sua decadenza dalla carica in applicazione della Legge Severino. Il procedimento sarà discusso il prossimo 9 giugno di fronte al Tribunale civile di Locri, primo atto dell’azione popolare promossa dalla prefetta di Reggio Calabria, Clara Vaccaro.

La richiesta arriva dopo il mancato recepimento da parte del consiglio comunale di Riace dell’invito della Prefettura a prendere atto della decadenza. Alla prima convocazione l’assemblea era stata aggiornata per approfondimenti; nella seconda, è stato espresso voto contrario, appoggiandosi a un parere legale definito da parte della minoranza come “di parte”.

Il caso affonda le radici nella condanna definitiva a 18 mesi inflitta a Lucano dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, confermata lo scorso 12 febbraio dalla Cassazione, per un reato di falso materiale in atto pubblico. La vicenda è legata alla gestione del sistema di accoglienza migranti nell’ambito del procedimento “Xenia”.

Secondo la Legge Severino, chi riceve una condanna superiore a sei mesi per reati commessi «con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione» non può ricoprire cariche pubbliche. La Prefettura ritiene che l’atto firmato da Lucano durante il suo mandato rientri pienamente in questi criteri. «Non è uno scontro – ha spiegato la prefetta Vaccaro – ma una normale procedura, già applicata in altri Comuni della provincia».

Diversa la posizione del sindaco, che parla apertamente di “persecuzione amministrativa”:
«È finita la fase penale, ora comincia un nuovo capitolo, quello dell’accanimento burocratico. Giuristi e avvocati sostengono che la Severino non si applichi al mio caso. Ma si apre una fase estenuante, da affrontare ancora una volta nell’incertezza. La resistenza continua».

Il destino di Mimmo Lucano si sposta così dalle aule penali a quelle civili, ma non è escluso che – come già accaduto in passato – il caso possa arrivare fino in Cassazione, dando avvio a un nuovo, lungo iter giudiziario.

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