La sanità in Calabria è da tempo al centro di un dibattito acceso, segnato da una serie di problematiche che hanno messo a dura prova il sistema. Dopo oltre un decennio di commissariamento, la regione continua a lottare con carenze strutturali e organizzative che impattano negativamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini.
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Calabria sono tra i più bassi d’Italia, con un indice sceso a 125, ben al di sotto della soglia minima di 160 fissata dal Ministero della Salute. Questo dato è indicativo di un sistema che non riesce a garantire i servizi di base, costringendo molti calabresi a cercare cure in altre regioni, con una migrazione sanitaria passiva che ha raggiunto quasi i 300 milioni di euro all’anno.
Carenza di Personale e Strutture
La regione soffre di una cronica carenza di personale medico e di strutture adeguate. Si stima che manchino circa 2.500 medici in varie specializzazioni.
Questa situazione ha portato alla chiusura di reparti e all’allungamento delle liste d’attesa, con tempi di risposta nei pronto soccorso che vanno in tilt. Per far fronte a questa emergenza, sono stati assunti medici cubani, una soluzione temporanea che ha permesso di mantenere aperte alcune strutture ospedaliere.
Debito Sanitario e Gestione Finanziaria
Il debito sanitario della Calabria è un altro nodo critico. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha avviato una procedura per quantificare il debito, ma la certezza sui conti è ancora lontana. L’Asp di Cosenza, ad esempio, ha recentemente richiesto un’anticipazione di cassa per garantire la regolarità dei pagamenti.
Investimenti e Modernizzazione
Gli investimenti nelle strutture sanitarie sono stati insufficienti e non hanno tenuto il passo con le esigenze di una popolazione che richiede servizi sanitari sempre più avanzati e accessibili. La modernizzazione del sistema sanitario calabrese è quindi un imperativo che richiede un impegno costante e sostenuto.
Verso il Futuro
La Calabria, una regione da tempo alle prese con difficoltà nel settore sanitario, sta intraprendendo un ambizioso piano di riorganizzazione della sua rete ospedaliera. Questo processo è cruciale per superare le storiche inefficienze e per garantire ai cittadini un accesso equo e di qualità alle cure mediche.
Il Nuovo Piano di Riorganizzazione
Il documento di riorganizzazione, recentemente licenziato, prevede un totale di oltre 6500 posti letto operativi. Questa mossa è parte di un più ampio sforzo per modernizzare le strutture esistenti e per rispondere meglio alle esigenze sanitarie della popolazione calabrese.
Struttura della Nuova Rete
La nuova rete ospedaliera prevede la creazione di tre hub-Dea di secondo livello e otto spoke-Dea di primo livello. Inoltre, verranno istituiti cinque ospedali generalisti con pronto soccorso e cinque ospedali di zona disagiata, oltre a due stabilimenti di azienda di riferimento. Questa struttura mira a ottimizzare la distribuzione dei servizi sanitari sul territorio, riducendo le disparità nell’accesso alle cure.
Miglioramenti Specifici
Tra le novità più rilevanti, si segnala l’attivazione del Punto Nascita presso lo stabilimento ospedaliero di Cetraro e una maggiore offerta pediatrica con l’attivazione di una cardiologia dedicata.
Inoltre, è prevista una gestione ottimizzata delle unità operative complesse, in linea con gli standard ministeriali.
Governance e Monitoraggio
Il piano di riorganizzazione pone un forte accento sulla governance e sul monitoraggio degli indicatori di performance. Questo approccio è essenziale per assicurare trasparenza e responsabilità nella gestione delle risorse e per valutare l’impatto delle azioni intraprese.
Sfide e Prospettive
Nonostante l’ottimismo che accompagna il lancio del nuovo piano, permangono sfide significative. La carenza di personale medico e la necessità di investimenti consistenti in tecnologie e infrastrutture sono ostacoli che richiedono soluzioni immediate e strategiche. La riorganizzazione della rete ospedaliera in Calabria rappresenta un passo avanti verso un sistema sanitario più efficiente e capace di soddisfare le esigenze di una regione che ha sofferto a lungo di limitazioni e carenze. Con un impegno costante e il supporto di tutti gli attori coinvolti, la Calabria può aspirare a un futuro in cui la salute dei suoi cittadini è una priorità assoluta.