sabato, 15 Febbraio 2025

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Ritardi nei Fondi del Pnrr: Solo il 25% Destinato a Asili Nido e Scuole per l’Infanzia Utilizzato

La mancanza di risorse investite mette a rischio oltre 17.000 posti per bambini e evidenzia le difficoltà dei Comuni, in particolare nel Mezzogiorno

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L’Unità di valutazione della spesa pubblica (Upb) ha recentemente lanciato l’allerta sui gravissimi ritardi legati all’attuazione del piano per gli asili nido e le scuole per l’infanzia. Secondo i dati rilasciati, solo il 25% dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) destinati a queste strutture è attualmente stato utilizzato, con il rischio imminente di perdere circa 17.400 posti disponibili per i bambini.

L’analisi mette in chiaro che la situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove i Comuni mostrano notevoli difficoltà nell’assorbire le risorse necessarie per l’implementazione dei progetti. Il numero iniziale di 230.000 posti previsto è stato drasticamente ridotto a 150.480, e i ritardi accumulati potrebbero compromettere ulteriormente le capacità di risposta del sistema educativo per la prima infanzia.

In un contesto dove 1,7 miliardi di euro avrebbero dovuto essere spesi entro la fine del 2024, il quadro attuale è preoccupante: solo il 3% dei progetti avviati nel 2020 o 2021 è stato completato. Allo stato attuale, i progetti che sono in esecuzione mostrano una distribuzione disomogenea, con il Centro che riporta il 72,7%, il Nord il 70,9% e il Mezzogiorno che resta indietro con solo il 69%. La differenza tra queste aree geografiche evidenzia ulteriormente la necessità di un intervento coordinato per garantire che le risorse siano impegnate efficacemente.

Per migliorare la situazione, è essenziale aumentare le procedure di assegnazione dei fondi. Si stima che, in un migliore scenario, il numero di nuovi posti disponibili rimarrà inferiore a 500, mentre, in scenari più pessimistici, si potrebbe arrivare a perdere fino a 26.000 posti. La mancanza di un’adeguata gestione e programmazione dei fondi risulta quindi non solo un problema di bilancio, ma rappresenta una seria minaccia per le opportunità di educazione dei più piccoli nel nostro Paese.

Con l’approccio attuale, la situazione potrebbe determinare un incremento delle disuguaglianze e un aumento della precarietà per le famiglie in cerca di servizi per l’infanzia. È fondamentale, quindi, che le amministrazioni locali, insieme al governo centrale, trovino soluzioni attuabili e rapide per rivitalizzare un sistema che è già sotto pressione.

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