giovedì, 1 Maggio 2025

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SACAL, il silenzio rotto dall’UGL: lavoratori in rivolta contro la gestione dell’aeroporto di Lamezia

Turni insostenibili, precariato, vessazioni e repressione sindacale: l’UGL denuncia il caos nella gestione SACAL mentre CGIL, CISL e UIL restano a guardare. Il traffico aereo cresce, ma senza strategia: quando finiranno i soldi pubblici, cosa resterà?

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L’UGL rompe il silenzio all’aeroporto di Lamezia Terme: lavoratori in protesta contro la gestione SACAL

Ci voleva l’UGL, il sindacato UGL, per alzare la voce all’aeroporto di Lamezia Terme. In un contesto dove interrogazioni istituzionali, inchieste giornalistiche e denunce di vessazioni sembravano scivolare sulla dirigenza della SACAL come pioggia su una lastra d’acciaio, è stata questa sigla sindacale a scendere in piazza. Una protesta che, con bandiere al vento e fischietti alla mano, ha portato alla ribalta una serie di questioni che La Novità Online solleva da mesi.

E mentre assistiamo alla manifestazione, un elemento salta subito all’occhio: l’UGL è sola. Dove sono la CGIL, la CISL e la UIL? Possibile che queste sigle storiche, da sempre baluardi della difesa dei lavoratori, abbiano perso l’interesse per le condizioni del personale aeroportuale? Abbiamo già denunciato stranezze nei rapporti tra il delegato CGIL e il management SACAL, ma l’assenza di oggi suona come un’ulteriore conferma che qualcosa non quadra.

Le denunce dell’UGL: vessazioni, disorganizzazione e precarietà

A parlare ai nostri microfoni è Luigi Amodeo, dirigente provinciale e regionale dell’UGL, che espone un quadro inquietante sulla gestione del lavoro in SACAL.

“I problemi principali derivano dalla divisione strumentale tra i sindacati, che frammenta la forza contrattuale dei lavoratori e lascia il campo libero a un’azienda che adotta metodi medievali di gestione del personale. Lavoratori vessati, turni spezzati, polifunzionalità forzata per razionalizzare i costi invece di creare occupazione. E tutto questo avviene in una società pubblica di fatto, controllata dalla Regione Calabria.”

Il cuore della protesta è un elenco di rivendicazioni che mettono in discussione l’intera strategia gestionale della SACAL:

•Organizzazione del lavoro fallimentare: reparti con personale insufficiente (tre manutentori per gestire l’aeroporto di Crotone 7 giorni su 7);

•Diritto alla sicurezza ignorato: l’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) è stato assente per sette anni;

•Turni spezzati e orari insostenibili: strumenti per esasperare i lavoratori piuttosto che per rispondere a esigenze reali;

•Contrattazione discriminatoria: l’UGL è stata esclusa dagli accordi di secondo livello, che prevedono addirittura prestazioni lavorative gratuite (!);

•Precariato strutturale: i lavoratori stagionali vengono sbattuti fuori con criteri discutibili, senza nessuna garanzia di stabilizzazione.

Ostruzionismo e repressione del dissenso

Come se non bastasse, l’UGL denuncia anche forme di repressione sindacale, con diritti fondamentali calpestati dalla dirigenza SACAL.

“Abbiamo chiesto di fare un’assemblea all’aeroporto di Reggio Calabria e ci è stato risposto che non c’erano locali idonei per ‘lavori di ristrutturazione’. Poi abbiamo chiesto di fare un sit-in pacifico davanti alla zona arrivi, citando l’Articolo 17 della Costituzione, e ci hanno imposto restrizioni per ‘decentrare’ la protesta. Non vogliono che il nostro messaggio arrivi.”

E il messaggio, invece, arriva forte e chiaro: in SACAL, chi solleva problemi viene messo all’angolo.

La grande incognita: il traffico aereo reggerà senza soldi pubblici?

Oltre alla difesa dei lavoratori, l’UGL tocca un altro tasto dolente: il modello di business della SACAL. La crescita del traffico aereo in Calabria, tanto sbandierata dal management, è solida o è solo una bolla gonfiata dai finanziamenti pubblici?

“I soldi pubblici alle low-cost sono un’arma a doppio taglio. Quando finiscono, le compagnie spesso se ne vanno, lasciando il territorio senza connessioni. Serve una strategia a lungo termine, non un’elemosina per attirare qualche volo temporaneo.”

E i segnali di instabilità ci sono già: ITA Airways sta cancellando voli da Reggio Calabria, e il rischio è che altre compagnie seguano lo stesso destino una volta esauriti gli incentivi.

Una Calabria che può offrire più di Creta, ma manca visione

La Calabria ha un potenziale turistico e commerciale enorme, ma la SACAL sembra gestirlo senza una visione strategica. L’UGL fa un paragone significativo con l’isola di Creta, che attira 12 milioni di passeggeri l’anno.

“Ci dicevano che gli aeroporti calabresi non avrebbero potuto superare certi numeri. Invece i voli sono arrivati e i passeggeri anche. Ma ora serve un vero piano di sviluppo per attrarre e mantenere questo traffico.”

E qui torniamo al problema di fondo: se chi gestisce il sistema aeroportuale calabrese è lo stesso che impedisce ai sindacati di riunirsi e ignora i diritti dei lavoratori, come possiamo fidarci che sappia progettare un futuro solido per gli aeroporti della regione?

Una protesta che rompe il muro del silenzio

L’UGL, oggi, ha fatto quello che altri sindacati hanno evitato di fare: ha alzato la voce. Ha parlato di precarietà, di cattiva gestione, di repressione sindacale e di un modello di business che potrebbe sgretolarsi alla prima crisi.

Ma la domanda resta: quanti altri devono scendere in piazza prima che qualcuno risponda?

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