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Sanità, a “Presa diretta” occhi puntati sulla Calabria

Nel programma su Rai3 di Riccardo Iacona, è stata posta l’attenzione sulla gestione e organizzazione della sanità calabrese, la situazione è critica, “l’ultima regione per spesa in sanità”.

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La trasmissione, con titolo della puntata “Sanità S.p.a.”, ha dato spazio alla regione con un servizio. Ormai da anni la situazione versa in uno stato di elevata criticità. La regione, è l’ultima nella nazione per spesa in sanità, ed è in aumento il dato che riporta l’indice di fuga dei pazienti oncologici calabresi è del 43% il più alto in Italia, decidono di spostarsi in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.

Ospedali che operano sotto il numero di organico, non tutti preparati hanno i mezzi per affrontare le emergenze, anche le stesse strutture mancano di interventi di ristrutturazione importanti. Come la struttura fatiscente che ospita l’ospedale di Locri, per il quale il governo nel 1998 aveva stanziato 14 milioni, soldi mai spesi. Bruna Filippone Presidente del comitato “Difendiamo l’Ospedale di Locri”, si batte affinchè si proceda con interventi di ristrutturazione. Lucia Di Furia, Direttore Generale dell’Asp di Reggio Calabria, si trova ad operare in un territorio dove la sanità era completamente abbandonata.  

I dati, vengono alla luce dall’ultimo rapporto SVIMEZ (Agenzia per lo SViluppo dell’Industria nel MEZzogiorno), dal titolo “Un Paese due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute”. Negli ultimi 10 anni, 13 regioni del Sud, hanno versato 14 miliardi alle strutture ospedaliere del Nord, di cui 2,7 miliardi sono della Calabria, affinchè provvedessero alle cure dei propri cittadini.

«Il caso calabrese è emblematico della debolezza dei SSR del Mezzogiorno, caratterizzati da bassa intensità dell’intervento pubblico in sanità e deludenti livelli di servizi di prevenzione e cura di qualità», è quanto si legge nel rapporto SVIMEZ.

L’avanzata della sanità privata è oramai inesorabile, è questo dato è riportato da uno studio condotto dall’Università Bocconi di Milano, che segnala dal 1998 al 2021 in Calabria una notevole crescita dei laboratori privati dal 49% al 57%. 

Salvatore Naccari: «essere malato in Calabria è un calvario»

Il servizio mandato in onda, si apre con la testimonianza di un sessantenne di Vibo Valentia, che ha raccontato la sua storia con la sanità calabrese, che ha inizio nel 2020. L’uomo nizia ad accusare dei dolori che interessano l’occhio, l’orecchio e la testa, così, decide di sottoporsi ad alcune visite sia in strutture pubbliche che private. Per due anni le visite sono state poco attente e prive di macchinari specifici per il suo problema. Nel 2022, decide di portare all’attenzione la sua situazione in un’ospedale della Lombardia, dove, grazie a sistemi sanitari efficenti e ad una maggiore indagine del problema, gli viene diagnosticato di avere due carcinomi nasofaringei, che in Calabria erano stati scambiati per una sinusite. Vista la gravità, viene subito sottoposto ad un’intervento all’ospedale San Paolo.

Vincenzo Amodeo, Primario del reparto di cardiologia dell’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena

Amodeo, ricopre lo stesso ruolo ad interim nell’ospedale di Locri. Da anni conduce la battaglia per il rilancio della sanità calabrese. Ha dichiarato: «io do una mano per la crescita, però, nel momento in cui vengo e mi trovo un disastro totale, che non è colpa di chi ammistra ora, non è neanche colpa dei medici che ci sono lì, è colpa di chi nel passato non ha mai pensato di far migliorare la situazione. – ha poi detto – Io sono per la sanità pubblica da sempre, però mi rendo conto, e non riguarda solo la Calabria, che c’è una forma di deriva verso la sanità privata». Il primario, aveva presentato le dimissioni per l’incarico a Locri, ha poi deciso di ritirare le dimissioni, dopo aver ricevuto la promessa dalla Direzione strategica dell’Asp di Reggio Calabria di un rilancio concreto della cardiologia regionale in termini di organico e di attrezzature mediche.

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