Per il professionista, dunque, nel «dibattito attuale che si è aperto ci si dovrebbe chiedere come mai un commissariamento, che per sua natura è un istituto di breve periodo, dura ininterrottamente da 14 anni. Questa lungaggine è proprio l’antitesi di un commissariamento, tanto più che perfino una sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente anticostituzionale e la Corte dei conti (Regione Calabria il 01/12/2022) ha sentenziato che con le procedure adottate il deficit sanitario calabrese è ingestibile e potrebbe durare all’infinito».
«Il dibattito sulla sanità, che coinvolge amministratori, sindacati e forze politiche, non porterà ad avere risultati», parola di Giacinto Nanci, medico in pensione e componente dell’associazione medici di famiglia, “Mediass”. A condurre il professionista a questa categorica affermazione è il fatto che il dibattito è chiuso «all’interno di un “recinto” dove i veri problemi della sanità calabrese non hanno cittadinanza». In questo recinto mancano «il cronico e scorso finanziamento della sanità calabrese; la maggiore prevalenza delle patologie croniche in Calabria rispetto al resto d’Italia e il fallimento (se non anche la causa di altri mali della sanità calabrese) sia del piano di rientro che del commissariamento».
Per Nanci la soluzione sarebbe quella di adeguare il finanziamento al numero delle patologie, anche perché è notorio il fatto che tutti «sono al corrente che in Calabria ci sono molti più malati cronici che non in altre regioni d’Italia».
La sua lunga esperienza di professione medica lo porta ad affermare, con assoluta certezza, che oggi «sappiamo quanto costa curare una patologia cronica; sappiamo quanti malati cronici ci sono nelle varie regioni e questo sarebbe il finanziamento più corretto che andrebbe incontro ai bisogni delle popolazioni, altrimenti l’aspettativa di vita (a differenza del resto d’Italia) in Calabria continuerà a diminuire per come accade dall’inizio del piano di rientro ad oggi».
Ma non è finita qui. Per Nanci c’è un altro aspetto destinato a complicare ulteriormente le cose e che, al «danno aggiunge la beffa». Ed è qui che rileva come l’istituto “Gimbe” «ha dichiarato che “l’autonomia differenziata sarebbe uno schiaffo per la sanità del sud”». Quindi, per Giacinto Nanci, non servono «sterili dibattiti e scontri» più o meno accesi. Ciò che serve è «unire le forze per battere i pugni sul tavolo della Conferenza stato regioni, affinché i fondi destinati alla sanità siano effettuati in base alla numerosità delle patologie». Diversamente saranno inutili i piani di rientro e il commissariamento destinato a restare «infinito».