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Sanità calabrese, Europa Verde attacca Occhiuto: «Un sistema sanitario raccontato, ma che non esiste»

Campana denuncia i disservizi al Cup dell’ospedale Giannettasio: «Tac rinviate di 9 mesi, ma nei privati si fanno in tre giorni. E chi ha le conoscenze salta la fila»

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«Siamo alle solite. Mentre si continua a raccontare un sistema sanitario regionale che nei fatti non esiste, la realtà quotidiana dei calabresi smentisce puntualmente il presidente-commissario Occhiuto»: così Giuseppe Campana, portavoce regionale di Europa Verde-Verdi/Avs, interviene con durezza sulla situazione della sanità in Calabria.

Campana parla di “castelli di sabbia”, riferendosi alla narrazione ufficiale che descrive una sanità efficiente e in continuo miglioramento: «È il solito storytelling – accusa – dove tutto sembra funzionare. Ma noi ci sbattiamo ogni giorno contro quelle bugie, perché viviamo sulla nostra pelle i disservizi».

L’esponente ambientalista fa riferimento a quanto accaduto nei giorni scorsi al Cup dell’ospedale Giannettasio di Corigliano Rossano, dove diversi cittadini si sarebbero visti fissare una TAC con attese anche di sette, otto o nove mesi. «Evidentemente – sottolinea – chi ha bisogno di una Tac non lo fa per capriccio. È un esame serio, urgente, che serve a monitorare o diagnosticare problemi di salute. Ma ottobre, novembre o dicembre potrebbe essere troppo tardi».

La denuncia si aggrava quando Campana sottolinea come lo stesso esame, in un istituto privato convenzionato, sia invece disponibile in tre giorni, evidenziando un meccanismo che penalizza i cittadini meno abbienti. «E come se non bastasse – continua – basta avere la giusta conoscenza, anche all’interno dello stesso ospedale, per saltare la fila. È questo il modello sanitario che ci viene raccontato?».

L’invito al presidente Occhiuto è chiaro e provocatorio: «Venga a visitare gli ospedali senza preavvisi, senza entourage e senza i soliti reel social, che sembrano più spot elettorali che veri momenti di verifica».

Secondo Europa Verde, servono azioni concrete, trasparenza e controlli seri, non narrazioni confezionate a uso e consumo dei social.

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