È scontro aperto tra l’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (Aned Aps) e l’Azienda ospedaliera “Renato Dulbecco” di Catanzaro. Al centro della polemica, il nuovo Atto aziendale, definito “inaccettabile” da Pasquale Scarmozzino, referente di Aned, per le gravi ricadute sulla gestione dei pazienti nefropatici, in un contesto già critico per chi vive con la dialisi.
La principale accusa riguarda la riduzione dei posti letto di nefrologia presso il presidio “Pugliese”, scesi da 16 a 14, nonostante l’aumento costante di pazienti in dialisi, che oggi sono 18 per turno, più i pazienti acuti, gestiti con risorse umane e spazi rimasti invariati.
Non va meglio al Mater Domini, l’altro polo ospedaliero dell’azienda, dove – denuncia Aned – persiste una grave carenza di personale nefrologico, con inevitabili ripercussioni sulla qualità dell’assistenza.
Aned si rivolge direttamente ai commissari Simona Carbone e Roberto Occhiuto, chiedendo chiarimenti sulla scelta di approvare un atto in palese contrasto con le disposizioni regionali del 2023, che stabilivano proprio 16 posti letto come soglia minima per il reparto del Pugliese.
«I dializzati aumentano, non si riducono. Servirebbe potenziare la prevenzione, aumentare i trapianti – crollati dell’80% – e non tagliare i servizi», tuona Scarmozzino.
La denuncia è anche un atto di resistenza civile:
«Denunciare è la nostra missione. Non ci fermeranno minacce legali o tentativi di delegittimazione. Difendere i pazienti è un dovere morale oltre che associativo», conclude.
La vicenda accende i riflettori su un settore della sanità spesso dimenticato, ma vitale per migliaia di pazienti calabresi, che chiedono risposte concrete e una gestione più umana e lungimirante.