In Basilicata “anche quest’anno si registra un calo del numero di alunni iscritti in generale della popolazione scolastica, che passa da 69.288 alunni e studenti nell’anno scolastico 2023/2024 a 67.462 del 2024/2025, con una riduzione di 1.826 iscritti. La differenza è sicuramente da ricondurre al dato della migrazione occupazionale e della dispersione scolastica, rispetto alle quali la politica regionale deve accendere i riflettori”.E’ quanto sostiene il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano.”Come per il 2023, il trend purtroppo viene confermato anche per quest’anno scolastico 2024/25 in uno dei dati più significativi di un comunicato diffuso, alla vigilia dell’anno scolastico, programmato in Basilicata per il 16 settembre, dalla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Claudia Datena. A parere dell’Ugl – prosegue Giordano – nel territorio materano registriamo che le famiglie sono sempre più preoccupate e sempre più povere. In diversi comuni l’offerta statale è insufficiente e nel privato ci sono rette da pagare. Poi c’è il contributo per la refezione. Partite Iva, lavoratori precari, collaboratori, molti sono già a casa, falcidiati dalla crisi. Chi in provincia ancora ha un impiego spesso è in smart working e quindi si barcamena fra riunioni su Zoom, mail e telefono, con lo studente a casa. Frequente vedere bambini che passeggiano con i genitori durante le riunioni virtuali, ma a caricarsi maggiormente del peso della presenza dei figli piccoli in casa sono ancora troppo spesso le donne. Per le quali, se disoccupate, trovare un nuovo impiego si fa più complicato se di mezzo ci sono anche dei figli da gestire. Qualche dato: a luglio, secondo l’Istat, gli occupati sono diminuiti e fra questi la stragrande maggioranza sono donne, ricacciate nel limbo della disoccupazione o, peggio, dell’inattività. E sono tanti gli studi che dimostrano che nelle regioni dove i servizi per l’infanzia sono maggiori (oltre alla scuola dell’infanzia vanno dunque considerati anche gli asili nido) la partecipazione femminile al mercato del lavoro è più alta.
Se infatti l’Italia vede una partecipazione femminile al mercato del lavoro al 56,2 per cento, tra i 15 e i 64 anni, contro una media europea del 67,5 per cento, un recente studio di Istat e Dipartimenti per le politiche della famiglia, dimostrano che in Regioni virtuose a livello di offerta dei servizi per l’infanzia come Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, l’indice sale al 70%, per scendere invece a poco più del 30 in regioni povere di nidi e scuole dell’infanzia come Basilicata, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Per questo lo stanziamento di adeguate risorse per la formazione prescolastica, da 0 a 6 anni, deve essere considerato una priorità nel Piano Next Generation EU. Per i bambini certo, ma anche per le madri. Troppo facile prendersela solo con il fenomeno della denatalità – conclude il Segretario Provinciale Ugl Matera – che pure incide pesantemente sulla diminuzione degli studenti, per il prossimo anno scolastico, di quasi 2.000 unità tra le due province”. Secondo Giordano, “sono necessarie opportune, lunghe e durature strategie politiche a invertire il trend negativo e per rendere il territorio materano appetibile alle nuove generazioni”.