Già assessore, oggi consigliere comunale di maggioranza eletto nella lista “Dasà Insieme”, guidata dal sindaco Raffaele Scaturchio. Anzi, per meglio dire, già assessore e, oggi, già consigliere di maggioranza. Già, perché Domenico Scarmozzino si è dimesso dalla carica elettiva. Il suo nome è tra quelle persone ritenute non idonee a portare la statua della Madonna in occasione della tradizionale “Ncrinata” di Dasà, in provincia di Vibo Valentia.
Le dimissioni
Allo stato non è dato sapere se questa decisione ha influito sulla motivazione. Non è dato sapere se i due fatti sono collegati tra loro. Certo è che nel consiglio comunale dell’8 aprile prossimo, convocato dal presidente Vincenzo Cirillo, al secondo punto dell’ordine del giorno dell’avviso che porta la data del 27 marzo, testualmente si legge: “Presa atto dimissioni Consigliere comunale e contestuale surroga”.
Al momento, si è detto, non è dato sapere se la motivazione è da ricondurre al diniego a poter essere tra i portantini della statua, oppure se la stessa è scaturita da altre motivazioni. La data con cui è partito l’avviso di convocazione, 27 marzo, e la data di svolgimento della ‘Ncrinata, martedì 4 aprile, lasciano supporre che le due cose sono strettamente collegate tra loro.
I fatti
Domenico Scarmozzino, consigliere comunale, è tra le persone indicate per portare la statua della Madonna, per la cui decisione ci si affida ad un sorteggio tra coloro i quali ne hanno fatto richiesta. La stessa persona la si trova nell’elenco delle quattro persone che non hanno superato i controlli preventivi della Polizia, nel caso specifico del Commissariato di Serra San Bruno. La decisione, quindi, è comunicata al parroco nella settimana precedente la Pasqua e i quattro sono stati sostituiti.
Una vicenda che, come era facile prevedere, ha scatenato un dibattito politico non solo a livello locale. La notizia si è diffusa nel Vibonese. Su cosa si interroga la politica è presto detto. Un diniego ad un consigliere comunale in carica a poter essere tra i portantini fa discutere, e non poco.
Doverosa riflessione
Al momento non si comprende la motivazione del diniego anche se la si può intuire. E, nel fermo rispetto delle decisioni assunte dalla Questura, a cui sono sottoposti i nominativi delle persone indicate per le varie processioni, è lecito domandarsi come sia possibile che uno che ricopre la carica elettiva venga riconosciuto “non idoneo” a portare la statua della Madonna. Domanda lecita: forse la decisione di Domenico Scarmozzino a rassegnare le dimissioni è stata assunta per quel senso del dovere istituzionale che lo ha portato a non mettere in imbarazzo l’amministrazione comunale di cui fa parte?. Per non mettere il sindaco e il resto della maggioranza in una situazione di difficoltà. Può essere, intanto Scarmozzino lascia. Lascia la carica elettiva un giovane imprenditore, stimato in paese.
Domenico Scarmozzino lascia per senso del dovere e per rispetto che si deve alla carica elettiva, probabilmente. E’ altrettanto probabile che la decisione assunta dall’esponente politico, seguita da un diniego, è destinata a far discutere per molto tempo la politica, non solo quella locale. E non solo la politica.
Ci si domanda se esiste un punto preciso in cui la fede e il diritto di esercitarla in ogni sua espressione della quotidianità deve cedere il passo a decisioni che sono estranee alla fede stesse. Estranee al credere in Colui che tra le altre cose ha insegnato a non giudicare, a perdonare e a guardare al giudizio di Dio come qualcosa di diverso rispetto al giudizio degli uomini.