Le Comunità montane in Calabria, che avevano già affrontato un processo di soppressione avviato nel 2013, si trovano a dover affrontare un ulteriore ritardo nella loro liquidazione. Infatti, una recente legge regionale ha prorogato il termine per completare questa procedura fino al 31 dicembre 2026, in risposta a una serie di problematiche burocratiche e contenziosi che hanno rallentato le operazioni di dismissione.
Il termine originale per la liquidazione era fissato al 2024, tuttavia le difficoltà riscontrate, tra cui problemi legati a posizioni Inps e mutui pendenti, hanno reso evidente la necessità di un’estensione. Le autorità regionali calabresi hanno riconosciuto che i ritardi accumulati durante il processo di soppressione sono stati superiori alle aspettative iniziali, spingendo quindi per questa modifica legislativa.
Le Comunità montane erano state istituzionalmente create per gestire le risorse e i servizi nelle aree montane, ma le loro esigenze e funzioni sono state messe in discussione negli ultimi anni, portando a una ristrutturazione del loro ruolo. Tuttavia, nonostante il provvedimento di soppressione del 2013, la situazione ha evidenziato una serie di criticità e contestazioni che hanno reso il percorso di liquidazione tortuoso.
Con l’approvazione di questa legge, gli amministratori locali sperano di trovare una soluzione ai problemi aperti, facilitando così la chiusura definitiva delle Comunità montane. È un momento cruciale per la gestione del territorio calabrese, che ha bisogno di affrontare queste sfide per poter riprendere un cammino di sviluppo più efficiente e sostenibile. In attesa del termine prorogato al 2026, sarà fondamentale monitorare l’evoluzione delle procedure e dei contenziosi per garantire che la liquidazione avvenga nel miglior modo possibile.