martedì, 20 Maggio 2025

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Stabilizzazione dei Tirocinanti Calabresi (TIS): sindaci uniti in un fronte costruttivo

Appello alla Regione e al Governo per soluzioni strutturali

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Si è tenuto ieri pomeriggio presso la “Sala Nova” della Provincia di Cosenza, un incontro di particolare rilievo che ha visto la partecipazione di un numero cospicuo di sindaci provenienti da tutta la provincia, convocati per affrontare con urgenza e serietà la questione dei Tirocinanti Calabresi, identificati con l’acronimo TIS.

Al centro del confronto, durato oltre due ore e mezzo, la difficile e ormai insostenibile situazione dei circa 4.000 lavoratori impegnati da oltre dieci anni nei comuni calabresi attraverso percorsi di tirocinio. L’obiettivo comune è quello di avviare un processo di stabilizzazione dignitoso e strutturale che riconosca finalmente il valore, l’impegno e la funzione essenziale che questi lavoratori garantiscono all’interno degli enti locali.
I TIS sono diventati nel tempo figure indispensabili, sia nei piccoli comuni delle aree interne, dove rappresentano spesso l’unica risorsa per assicurare servizi essenziali e contrastare lo spopolamento, sia nelle grandi città, dove la cronica carenza di organico rende il loro apporto imprescindibile per il buon funzionamento della macchina amministrativa.
Nell’incontro a cui hanno preso parte anche le rappresentanze sindacali, si e’ chiarito, altresi, che la questione non può essere ridotta ad un “mero atto di volontà” dei Comuni, ma coinvolge problematiche economico-finanziarie che non possono essere ignorate con il rischio della tenuta stessa degli enti locali.
Una eventuale stabilizzazione dei tirocinanti alle condizioni date rischierebbe di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio di bilancio portando gli enti verso il dissesto.
Al termine dell’incontro anche i sindacati presenti hanno riconosciuto le oggettive difficoltà in cui operano i sindaci e hanno sottolineato l’importanza di un’alleanza istituzionale per affrontare insieme questa sfida.
È stato ribadito che non esiste alcun contrasto tra sindacati e amministratori locali, ma anzi una comune consapevolezza della gravità della situazione e dell’urgenza di una soluzione condivisa.
I sindaci hanno anche concordato sull’impossibilità di rispondere alla manifestazione di interesse regionale indicando un numero parziale di unità da stabilizzare: questo significherebbe discriminare tra lavoratori e alimentare divisioni inaccettabili, generando una guerra tra poveri che nessun amministratore vuole sostenere.
Attualmente, la Regione Calabria ha garantito un contributo una tantum di 25.000 euro per lavoratore per un impiego di 18 ore settimanali.

È evidente che tale misura, pur utile, non basta. È necessario un impegno più ampio e strutturale.
Per questo motivo, i sindaci hanno promosso la costruzione di un tavolo istituzionale che convolga tutta la deputazione calabrese, regione, sindaci e parti sociali per trovare soluzioni condivise e sostenibili. Qualora non si dovessero registrare sviluppi concreti entro un mese, di organizzare una manifestazione presso il Ministero competente per chiedere interventi veri, seri in grado di garantire la stabilizzazione reale di questi operatori.
La richiesta è chiara e condivisa: servono fondi adeguati e soluzioni legislative strutturali, perché il precariato non può più essere la norma nelle nostre amministrazioni. Lavoro, dignità e sostenibilità devono camminare insieme, e per farlo serve il contributo di tutte le Istituzioni, con responsabilità e lealtà, a partire dalla Regione Calabria e dal Governo nazionale.

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