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Tensione sul canone Rai: il centrodestra si divide tra Lega e Forza Italia

Scontro aperto nella maggioranza: Salvini insiste sulla riduzione del canone a 70 euro, mentre Tajani difende il contributo attuale. Meloni osserva da lontano, cercando una sintesi senza creare frizioni

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Lo scontro tra Lega e Forza Italia sul canone Rai continua a mantenere alta la tensione nella maggioranza di centrodestra, mentre Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, rimane silenziosa. Da Pechino, Antonio Tajani, rappresentante di Forza Italia, prende le distanze dalla proposta leghista di ridurre il canone Rai a 70 euro, definendola estranea al programma di governo del centrodestra. Tuttavia, la Lega, con la deputata Elena Maccanti, replica prontamente, ricordando che Forza Italia aveva sostenuto la riduzione nella manovra dell’anno scorso.Nel Transatlantico di Montecitorio, due interpretazioni sembrano delineare il dibattito interno alla coalizione. Una parte sostiene che Meloni abbia concesso a Salvini la libertà di avanzare l’emendamento per sondare l’impatto della proposta senza esporsi direttamente. Altri credono invece che Salvini voglia andare fino in fondo, ritenendo la questione del canone un obiettivo elettorale prioritario per la Lega e una strategia per rafforzare la sua posizione interna.La Lega insiste sulla necessità di ridurre le tasse e, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, i problemi della Rai risiedono più nella gestione delle risorse che nel loro ammontare. In Forza Italia, tuttavia, prevale la convinzione che ridurre ulteriormente il canone significhi semplicemente trasferire il costo sulla fiscalità generale, come accaduto lo scorso anno con il mancato recupero dei 420 milioni di euro dalle bollette. Alessandro Cattaneo, di Forza Italia, sottolinea l’importanza di garantire un presidio pubblico nel comparto televisivo, mantenendo il canone a 90 euro come finanziamento congruo.Fratelli d’Italia, rappresentato dal senatore Raffaele Speranzon, osserva con distacco la proposta leghista, considerandola non prioritaria e invitando a trovare una sintesi che eviti frizioni inutili. Con l’approvazione della legge di bilancio in arrivo, il dibattito potrebbe ancora subire modifiche in Parlamento, lasciando aperta la questione del canone Rai e delle modalità di finanziamento del servizio pubblico.

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