Donald Trump ha annunciato la sua partecipazione ai funerali di Papa Francesco, sottolineando pubblicamente la sua vicinanza alla base cattolica statunitense e l’interesse strategico per il futuro del Vaticano. Il gesto ha un valore politico preciso: influenzare, seppur indirettamente, l’elezione del prossimo Pontefice, in un momento in cui gli Stati Uniti contano dieci cardinali elettori. Il pontificato di Francesco è stato spesso critico verso le politiche trumpiane su migranti e diritti, provocando frizioni pubbliche. Ora, Trump e il suo entourage, affiancati da figure come Elon Musk e sostenuti da una rete mediatica cattolica conservatrice, puntano a un Papa più allineato ai valori tradizionalisti americani. Secondo lo storico Massimo Faggioli, si tratta di un progetto che va oltre la contingenza: un piano ideologico, finanziario e formativo iniziato quarant’anni fa, che mira a ricostruire la Chiesa su un modello culturale “made in USA”. Sul tavolo ci sono nomi come il cardinale Timothy Dolan, ma la partita è aperta, tra alleanze, trattative e resistenze interne.
Trump al funerale di Papa Francesco: una mossa simbolica tra fede, politica e strategia globale
La presenza del tycoon in Vaticano riflette l’interesse politico verso la successione di Bergoglio. Sullo sfondo, l’influenza del cattolicesimo conservatore americano e un progetto di lungo termine per rifondare la Chiesa secondo una visione "all’americana".
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