Redazione interna – Sezione Sindacato e Lavoro
«Sindacato e governo sono controparti: non ci possono essere scorciatoie né porte girevoli»
Roma, 13 giugno 2025 – Una nomina che divide, scuote e lascia l’amaro in bocca. La designazione di Luigi Sbarra, ex segretario generale della CISL, a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Sud, ha innescato un terremoto interno al sindacato, facendo emergere una frattura profonda tra i vertici e una parte della base.
A prendere posizione, con toni netti e durissimi, è la Segreteria Nazionale della FIRST CISL – Sas Banca d’Italia, che in un comunicato pubblico ha espresso “forte dissenso” per quella che definisce una scelta sbagliata e incompatibile con la credibilità del ruolo sindacale.
Ruoli inconciliabili: “Non è questione personale, ma di principio”
Il documento non indulge in attacchi personali, né mette in discussione le capacità di Sbarra, ma punta il dito contro il principio stesso dell’interscambiabilità tra funzioni sindacali e incarichi governativi.
«È una questione di ruoli, di coerenza, di credibilità», si legge.
«Chi ha ricoperto fino a pochissimo tempo fa incarichi di vertice in un grande sindacato non dovrebbe accettare incarichi governativi. Perché sindacato e governo sono e devono restare controparti».
Un messaggio chiaro: la transizione da rappresentante dei lavoratori a rappresentante del governo non è neutra, né può essere derubricata come un passaggio formale.
«Una CISL che non si vende per una poltrona»
La frattura interna: “Una CISL che non si vende per una poltrona”
Il tono del comunicato vira verso la denuncia politica quando si delinea l’idea di un sindacato “nuovo”, riformista, indipendente:
«Crediamo in una CISL pluralista, inclusiva, riformista. Una CISL che, in Banca d’Italia, lavora in modo indipendente. Una CISL che non si vende per una poltrona».
Frasi pesanti, che risuonano come una sfiducia esplicita nei confronti della scelta fatta dall’ex segretario. E che segnalano un disagio ben oltre il malumore momentaneo, capace di mettere in discussione l’intera narrazione ufficiale sulla “neutralità” della nomina.
Malcontento tra gli iscritti: “Lo comprendiamo e lo condividiamo”
Il comunicato è anche un tentativo di dare voce a un dissenso diffuso tra i lavoratori iscritti, come sottolineano gli stessi autori:
«Siamo consapevoli del malumore che questa nomina ha generato tra molti colleghi. Lo comprendiamo, lo condividiamo».
Una presa di posizione che punta a rivalutare l’identità sindacale non come porta d’ingresso alla politica, ma come valore autonomo, costruito giorno per giorno sul campo, nella tutela concreta dei diritti dei lavoratori.
La linea resta: “Trasparenza, imparzialità, spirito negoziale”
A fronte di quanto accaduto, la FIRST CISL – Sas Banca d’Italia rivendica la propria autonomia, e rilancia la propria missione con parole nette:
«Noi continueremo a lavorare con imparzialità, trasparenza e spirito negoziale. Anche quando, da altre parti, si compiono scelte che non possiamo riconoscere come nostre».
Una dichiarazione che sa di rottura simbolica e pone un interrogativo sulla tenuta complessiva della CISL, ora chiamata a fare i conti con una fronda interna che non vuole tacere né accodarsi.