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“Desolata”: nel silenzio una preghiera

Vibo Valentia, la processione della notte di venerdì santo tra una moltitudine di fedeli

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La Desolata, afflitta dal dolore, porta con sé la sofferenza del Figlio. Anche quest’anno una moltitudine di persone ha invaso il centro cittadino di Vibo Valentia per assistere ad un rito secolare, quello della processione della Desolata. Evento solenne che gli anziani vibonesi conoscono anche come “l’Assolata”, per via della solitudine che accompagna la statua della Madonna per le stradine del centro storico per giungere fino all’ospedale.

Ed è proprio nel cortile dello “Jazzolino” che la Desolata si presenta al cospetto degli ammalati. Pazienti che affidano a Lei le loro speranze, le loro preghiere, la loro richiesta di protezione. Ed è tradizione, per chi ha il dono della fede, che la preghiera rivolta alla Desolata nella notte del Venerdì santo viene ascoltata, se rivolta con il cuore.

La benedizione di una Madre ad una città che le è devota

La processione del Venerdì santo per i vibonesi non è solo una questione di fede. È un atto d’amore. Condivisione di un dolore che nel silenzio si trasforma in un canto di speranza. È una preghiera che può essere cristiana e laica. È una preghiera che abbraccia ogni singola religione.

Tra fiaccole accese e portantini, un tempo incappucciati (oggi a volto scoperto per mutar di eventi), il silenzio squarcia la tenebre. In sottofondo le note di “Una lagrima sulla tomba di mia madre”, struggente quanto contemplativa composizione di Amedeo Vella, vibonese di adozione, dove visse per un lungo periodo per trasferire ai suoi giovani allievi la passione per la musica, e dove si addormentò nella pace eterna..

La processione della Desolata, dunque, non è solo una questione di fede, di credere o non credere, ma è la condivisione del dolore di una Madre.

È proprio in quel silenzio e in quella solitudine del dolore che la devozione diventa contemplazione, accompagnamento di una Madre addolorata che nel cercare il proprio Figlio porta la sua benedizione ad una città che le è devota…

“Una lagrima sulla tomba di mia madre”

Amedeo Patrizio Vella nato a Naro, in Sicilia, il 28 agosto del 1839 è morto a Vibo Valentia il 5 luglio del 1923. Compositore è conosciuto principalmente per le sue marce funebri. Si racconta che “Una lagrima sulla tomba di mia madre” sia stata dallo stesso composta all’età di undici anni, in onore della madre defunta. La composizione è stata portata al successo grazie a due film, “Pane amore e…” di Dino Risi e “Amarcord” di Federico Fellini.

Inizialmente la marcia di Vella era utilizzata solo in occasione dei funerali per poi essere utilizzata come accompagnamento musicale nei riti della Settimana Santa. Anche a Vibo Valentia, nella processione del Venerdì santo, la marcia di Vella accompagna per le vie del centro storico una Madre addolorata che nel cercare il proprio Figlio porta la sua benedizione ad una città che le è devota.

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